domenica 29 giugno 2008

La Respirazione

Respiriamo, respiriamo...
Galleggiare ed avanzare è magnifico, ma se non respirate (o lo fate male), non andrete molto lontano...
Io faccio sempre quest'esempio: "provate ad andare a correre trattenendo il fiato!"
La respirazione è la terza nozione fondamentale, e non la più semplice, poiché deve sincronizzarsi perfettamente con le altre due:
la sfida è respirare:
- senza alterare il galleggiamento
- senza diminuire l'energia di propulsione
- in sincronia con i movimenti del nuoto considerato.
Nel nuoto si respira normalmente con la bocca ed il naso (salvo quando si porta un ferma naso o per altri motivi).
(nda. Prediligete comunque la respirazione con la bocca)
L'ispirazione è sempre più breve ma più potente dell'espirazione.
Ricordiamoci che la posizione della testa gioca un ruolo fondamentale (per i più pignoli, anche la posizione della bocca).
Nei nuotatori debuttanti, la padronanza della respirazione è uno dei primi elementi da affrontare, prima ancora di perfezionare i movimenti delle braccia o delle gambe.
Quando si insegna a qualcuno che si può respirare "nell'acqua", questo si meraviglia. In effetti, respirare nell'acqua, nel nuoto, significa imparare a ispirare al di sotto della superficie, ed a espirare sott'acqua, in modo fluido (molto vicino ad una respirazione naturale e non a scatti), cadenzato (per imparare a sincronizzarla) e ottimizzato (nuotare consumando la minore energia possibile).
Come in tutti gli sport, l'allenamento apporta una maggiore capacità respiratoria: si può allora utilizzare una maggior parte delle capacità d'aria dei polmoni. L'allenamento porta anche un lavoro cardiaco; i due funzionano insieme, poiché respirare vuol dire far lavorare il proprio cuore.
Anche qui, le tecniche di respirazione variano tra uno stile e l'altro (la respirazione di un nuoto ventrale, non è lo stesso di un nuoto dorsale, quella di un nuoto simmetrico differisce da quella di un nuoto asimmetrico, ecc..).
Vedere per maggior precisione i capitoli tecnici dei quattro stili.

Buonanuotata

La Propulsione: il motore

Galleggiare è bene, ma avanzare è meglio. Due elementi principali si distinguono per creare la propulsione (finché le piscine in discesa non saranno messe a punto): le braccia e le gambe.
Le braccia forniranno la maggior parte della potenza di propulsione. A secondo del tipo di nuoto, esse lavorano in TRAZIONE (ci si tira sull'acqua) o a SPINTA (ci si spinge sull'acqua), su di un asse immaginario longitudinale parallelo all'asse del corpo, dalla testa ai piedi.
In effetti, tutti i movimenti posti avanti all'asse delle spalle (asse immaginario perpendicolare all'asse del corpo, passante per le due spalle) sarà considerato come movimento di trazione, e tutti i movimenti posti dopo come movimenti di spinta.
Le gambe saranno utilizzate per avanzare e per mantenere la parte bassa del corpo in posizione allungata più vicina possibile alla superficie.
Attenzione: i muscoli delle gambe sono importanti (soprattutto quelli delle cosce, uno dei più grossi del corpo) e dunque consumano molta energia (ossigeno fra altro): utilizzarle con parsimonia.
Dunque teniamo bene a mente che i movimenti servono per la propulsione ed in aiuto al galleggiamento; è la sottile combinazione dei due che crea l'alchimia magica: il nuoto!

Un piccolo richiamo all'aerodinamica per confermare come si forma la portanza (aiuto al galleggiamento). Per noi nuotatori e nuotatrici, non è l'acqua che viene verso di noi, ma la nostra forza meccanica che sposta l'acqua.
E' dunque l'orientamento delle mani che gioca un ruolo di dosaggio tra la portanza (aiuto al galleggiamento) e la spinta (energia di propulsione).
Avrete l'occasione di approfondire queste sottigliezze e di perfezionarne le tecniche nelle sezioni specifiche dei vari stili.

Buonanuotata

Galleggiare

Un corpo galleggia se la sua superficie esposta direttamente all'acqua è sufficiente in rapporto al suo peso.
Ben inteso, questo è schematizzato (i maniaci della cono-scienza li rimando al Principio_di_Archimede), poiché il secondo parametro che entra in gioco è la costituzione stessa del corpo. Certamente il corpo umano è pesante, ma è costituito da cavità, d'aria (polmoni,ecc..), che lo portano a galleggiare con sicurezza.
Tutti i corpi galleggiano! (senza vestiti beninteso).
Aiuteremo il galleggiamento con un allungo massimo sulla superficie dell'acqua.
Molti principianti mi hanno detto:" io sono grasso, peso di più quindi vado a fondo"
Io molto delicatamente ho cercato di spiegare il succitato principio d'Archimede... ho provato a far capire che le cellule adipose sono meno pesanti delle cellule muscolari... ho impostato una lezione di chimica organica sul peso specifico del suddetto adipe in raffronto alla leggerezza della molecola d'acqua... vedi l'olio che galleggia...
ma qui posso anche evitare le parafrasi:
I ciccioni galleggiano -se possibile- di più dei magri! (però vestitevi mi raccomando!)
(nda. altro discorso naturalmente è "andare più veloce"!)

Orbene, acquisito il fatto che il galleggiamento è certo, due cose ci preoccuperanno:
1) Sapendo che un corpo che galleggia è un corpo che non affonda, a quale distanza dalla superficie bisogna galleggiare? Bisogna esserne il più vicino possibile.
Una cosa che già dovreste aver rilevato: quando un corpo è allungato sull'acqua, la parte alta (il tronco) galleggia meglio della parte bassa (le gambe). La parte più pesante è costituita dalla testa.
2) La posizione nella quale galleggia il corpo deve permettere la respirazione (la questione è affrontata più avanti).
Sapendo che la testa (più pesante) deve sollevarsi per respirare, sorveglieremo in modo particolare la posizione ed i movimenti della testa.
Sapendo che le gambe sono più pesanti del tronco, una parte della potenza di propulsione, sarà utilizzata per aiutarne il galleggiamento.

Buonanuotata

Principi base del nuoto

Conoscerete certamente la regola del 3 in matematica. (nda anche se la ignorate non affogherete:))
Anche nuotare si basa sulla regola del 3, ben più semplice a memorizzare, ma non altrettanto facile da applicare al meglio:

Affinché un corpo si sposti sull'acqua, occorrono:

Buonanuotata

martedì 17 giugno 2008

predestinati

destino comune per i due uomini che scesero per primi sotto il muro del minuto nei 100mt stilelibero:
-il primo a livello mondiale: l'americano Johnny Weissmuller nel 1922
-il primo italiano: Carlo Pedersoli nel 1950
entrambi intrapresero la carriera cinematografica...
-Johnny fu il primo tarzan della storia televisiva
-Carlo divenne uno dei più famosi attori italiani con il nome d'arte di....Bud Spencer!

Buonanuotata

tutto inziò con la rana

come avrete intuito il "primo" stile "europeo" fu la rana o almeno una cosa che ci somigliava, poi dorso e stile ed infine la farfalla, nata proprio dalla rana (anche se molti istruttori non ci credono:-)

Buonanuotata

evoluzione STILELIBERO (Freestyle) (Crawl)

1844: Flyng Guld e Tobacco, indiani a Londra, mostrano in Europa una nuotata “strana” in cui “colpiscono l’acqua con le mani con violenza e battono i piedi dall’alto al basso, soffiando fuori l’aria con atteggiamenti grotteschi”.
1856: FC Wallis fa dimostrazioni di Over arm side stroke (appreso in Australia), Fredrick Beckwith vince i campionati Inglesi col nuovo stile.
1872: Wiston Cole primo record ufficiale AMSC 100 yarde stile libero 1.15.0
1873: Jhon Trudgeon vince una gara ad Handicap sulle 160 yarde con un nuovo stile appreso dagli indigeni Cafri (Sud Africa),
1874: Thomas Jones vince il campionato professionisti usando lo stile del nord con gambe a forbice nell’over
1900: Olimpiadi di Parigi Fredrick Lane vince i 220 yarde 2.25.5 nuotando a Trudgeon, John Jarvis 1000 e 4000 nuotando a over
1901: Dick Cavill, australiano, fa il record nelle 100 yarde 58.4 usando l’australian crawl, stile alternato con battuta di gambe dal basso in alto, imparato osservando Alick Wicham (salomon isle).
In Italia arriva l’over.
1902: Fredrick Lane e Ricard Cavill battono Derbyshire ai campionati ASA nelle 100 yarde con il nuovo stile
1903: Sidney Cavill, australiano, fratello di Dick, va in America per allenare l’Olympic Club di S.Francisco (J.Scott Leary , suo allievo, è il primo americano a nuotare le 100 yarde in 80 secondi)
1904: S.Louis- Zoltan De Halmay vince 50 e 100 yarde all’olimpiade nuotando un trudgeon senza gambe(una specie di crawl), Daniels vince 220 e 440 yarde nuotando uno stile tra trudgeon e crawlCrawl ? Leary è 2°, miglio e mezzomiglio sono vinti dal tedesco Rausch che nuota ad over
1905: Charles Daniels perfeziona il Crawl sotto la guida di Otto Whale e Louis de Breda Handley a New York; nasce l’indipendent crawl
1) Velocità delle gambe rispetto alle braccia, 2) Aggiunta di 2 colpi poi di 4 che evitano di affondare gli arti inferiori, 3) Svincolo dei movimenti degli arti superiori da quelli inferiori, 4) Ritmo regolare e frequente della respirazione. 5) Bracciata lunga e passata più ampia, 6) Movimenti di gambe che partono dall’anca, 7) Un certo rollio.
1910: Daniels nuota 54.8 nelle 100 yarde
1912: Duke Kahanamoku 1.03.0 vince a Stoccolma, usa la tecnica dei padri, migliorata dall’abitudine di remare acquisita con il surf, di cui è un cultore.
1918: Simposio sul crawl negli Usa, sancisce la superiorità dell’“American six beat trudgeon Crawl”, rispetto all’Australian Crawl (a 2 battute).
1920: Norman Ross vince il titolo olimpico nel mezzofondo 400 e 1500 sl in 5.26.8, 22.23.2 nuotando a crawl e non a over o trudgeon come gli altri mezzofondisti.
1922: Il 9 Luglio, Johnny Weissmuller, con 58.6 nei 100 metri stile libero, infrange il muro del minuto.
1923: Antonio Sachner è il primo italiano ad usare il Crawl vince titolo italiano nei 1500 stile libero
1924: Parigi. Weissmuller ottiene 4 ori olimpici. La sua tecnica perfetta presenta alcune novità: 1) la“doppia bracciata”, 2) i piedi a ”piccione”, 3) la posizione del corpo a “idroplano”.
“Nuotare è facile come camminare” diventerà un best sellers.
1928: Amsterdam. Weissmuller presenta la virata a capriola.
1932: Los Angeles: i giapponesi hanno studiato Weissmuller attraverso foto e filmati. Propongono alcune variazioni alla sua tecnica: 1) la posizione “a barca”, 2) la respirazione laterale, 3) la battuta di gambe verso il basso 4) il rollio, (Miyazaki)
Buster Clarence Crabbe vince i 400 con la sua tecnica con recupero a gomito alto
1950: Carlo Pedersoli è primo italiano sotto il minuto nei 100 metri
1956: Alle olimpiadi di Melbourne si evidenzia la Rivoluzione australiana. Atleta simbolo è Murray Rose, grande fondista ammirato per la tecnica splendida. Elementi di novità nella tecnica sono: 1) la posizione a lancia delle braccia. 2) la Presa diretta, 3) l’importanza data al ritmo e al vigore rispetto alla scioltezza, 4) la definitiva affermazione del rollio.
Anni 60: James Counsilman studia attraverso filmati anche subacquei la tecnica dei campioni: individua come elementi chiave dell’efficacia la trazione a gomito alto, e le traiettorie curvilinee. Si Diffonde l’interval training come mezzo di allenamento.
1966: Counsilman pubblica La scienza del nuoto. Testo di interesse scientifico in cui sono diffusi al pubblico mondiale i principi della tecnica moderna e dell’’allenamento
1976: Jim Montgomery con 49.99 alle olimpiadi di Montreal infrange il muro dei 50 secondi. E’ il primo grande esempio di una selezione fisica mirata come principio per ottenere grandi prestazioni.
1980: Vladimir Salnikov scende sotto i 15 minuti nei 1500 dimostrando le possibilità di mantenere velocità impensabili per molto tempo sfruttando gli allenamenti a ritmo gara
1996: Alex Popov, diventa campione olimpico. è esempio di nuotata perfetta con esasperazione del rollio, utilizzo dell’“effetto sciarpa” nella trazione pensata come dritta, La bracciata si ispira ai movimenti della pagaia (principio del Kayak), e applica metodicamente gli studi sulla lunghezza della bracciata

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evoluzione FARFALLA (Butterfly)

1926: Erich Rademacher nuota una gara a rana recuperando con le braccia fuori dall’acqua
1933: Myers 3x50 mista a rana con le braccia fuori
1934: David Ambruster mette a punto la tecnica della bracciata
1935: Jack Sieg inserisce il colpo di gambe “a coda di pesce”: 1.00.2 100 yards.
1950: Approvata la tecnica a “coda di pesce”
1951: 200 farfalla ai Camp. Nazionali
1953: Sancita la divisione tra rana e farfalla
1991: M.Stewart record del mondo con respirazione laterale
1995: Pankratov record del mondo nuotata subacquea
1997: M.Hayman nuotata subacquea sul fianco
1998: Riduzione a 15 metri subacquei

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evoluzione RANA (Breaststroke)

1844: Gli indiani Fliyng Gull e Tobacco in tournèè a Londra battono l’inglese Kenworthy nuotando una specie di crawl. Gli inglesi ritenendo quel modo di nuotare fortemente non europeo, continuano a considerare il Breastroke lo stile classico di gara.
1875: Lo statunitense capitano di marina, Mattheus Webb, nuotando a rana per 21 ore e 45 minuti, completa l’attraversamento del canale della Manica
1877: R.Weissenboth, con il tempo di 45 minuti e 55 secondi e nuotando a rana, vince i primi Campionati Americani di nuoto, disputati sulla distanza del miglio
1903: In Inghilterra si compete per la prima volta per un titolo ASA sulla distanza delle 200 yard a rana. Arriva primo W.W.Robinson di Liverpool e ottiene un primato di 2’49” e 4/5
1904: Ai Camp.Nazionali è inserita la gara artistica sul petto, vinta dal milanese Amatore
1908: Olimpiadi di Londra: I 200 rana sono inseriti per la prima volta nel programma olimpico, vince l’inglese Fredrick Holman con 3.09.2
1926: Osservando i regolamenti della rana, che non specificano altrimenti lo stile, il tedesco Erich Rademacher nuota recuperando le braccia fuori dall’acqua, come per effettuare una doppia bracciata a crawl. Le proteste generali non portano a nessuna squalifica.
1928: Olimpiadi Amsterdam: Il giapponese Yoshiyuki Tsuruta si distingue per l’utilizzo a rana, di una gambata a ginocchia strette e di una bracciata che finisce sotto il corpo anziché lateralmente. Si aggiudica l’oro dei duecento metri con 2.48.8 davanti al vecchio Rademacher e al filippino Teofilo Ildefonso, che nuota quasi tutta la gara sott’acqua.
1953: In campo internazionale, con il primo di Gennaio, è sancita la divisione tra la rana “ortodossa” e la farfalla
1956: Alle Olimpiadi di Melbourne Il giapponese Furukawa vince la medaglia d’oro dei 200 rana con il tempo di 2’34”7 adottando la rana subacquea. In pratica esce per respirare soltanto nelle virate. Considerando i pericoli per i concorrenti, la FINA, al termine dei Giochi, modifica il regolamento e obbliga i ranisti a riemergere ad ogni bracciata.
1961: L’americano Chester Jastremky, nel giro di pochi mesi, abbassa i record del mondo dei 100 metri rana da 1.11.1 a 1.07.5 e quello dei 200 da 2.36.5 a 2.29.6. Il merito di questo risultato si deve alla rivoluzione tecnica attuata insieme al suo allenatore “Doc” James Counsilman. Colpo di gambe strettissimo, minima rotazione dei piedi, 36-37 bracciate ogni 50 metri rispetto alle 22-25 degli avversari, respirazione fulminea, sconvolgono il tradizionale privilegio d’importanza dato dal colpo di gambe rispetto alle braccia in questo stile.
1988: Nella finale dei 200 rana si vede la novità della “new Wave breastroke”, tecnica che comporta un movimento superficiale del bacino e una nuotata ondulata molto simile al delfino, che riduce l’attrito e accresce le superfici propulsive. Ad interpretarla sono l’ungherese Josef Szabo, che si aggiudica l’oro con 2.13.52, e un americano, Mike Barrowman, che arriva quarto con 2.15.45.
2001: Giorno 29 Giugno a Mosca, nella finale dei 100 rana dei Campionati Russi, Roman Sloudnov con 59.97 infrange il classico muro dei 60 secondi.

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evoluzione DORSO (Backstroke)

1896: Olimpiadi di Atene: Alfred Guttman vince l’oro olimpico nella gara dei 1200 metri stile libero nuotando sul dorso una sorta di rana rovesciata
1900: Olimpiadi di Parigi: Nel programma gare viene inserita la prova dei 200 dorso. La tecnica utilizzata è sostanzialmente la stessa di Alfred Guttmann, una sorta di rana rovesciata con recupero ad arti flessi (200 metri in 2’47” per il tedesco Ernst Hoppenberg, nuotato in favore di corrente), la gambata a ginocchia larghe consiste in un calcio verso fuori e la riunita delle gambe distese.
1904: camp. Italiani di Bracciano: Nelle gare italiane è inserita la prova dei 100 metri sul dorso.
1912: Olimpiadi di Stoccolma: L’americano Harry J.Hebner introduce la nuotata alternata con recupero a braccio flesso e movimenti di gambe simili ad una pedalata. Con questa tecnica vince l’oro olimpico impiegando 1’21”1 nei 100 metri.
1932: Olimpiadi di Los Angeles: I nuotatori giapponesi presentano novità tecniche. A dorso muovono gli arti inferiori a gamba distesa, ad imitazione del crawl. Masaji Kiyokawa con questa tecnica ottiene oro olimpico e un tempo di 1.08.6 sui 100 dorso.
1936: Olimpiadi di Berlino: L’americano Adolf Kifer presenta il recupero ad arto teso e passata laterale che evita l’eccessivo innalzamento del corpo e aumenta l’ampiezza della bracciata. Con questa tecnica ottiene un record mondiale nei 100 metri dorso con 1’04 e 9.
1964: olimpiadi di Tokyo: L’americano Harold T. Mann con 59.6 in prima frazione di staffetta è il primo dorsista a scendere sotto il muro del minuto. Il risultato è dovuto soprattutto all’aumento della frequenza, la trazione spezzata e l’utilizzo del rollio
1968: Olimpiadi di città del Messico: Il tedesco Roland Matthes domina il dorso grazie al galleggiamento eccezionale, la potente battuta di gambe, la posizione inclinata del corpo e il pieno utilizzo del rollio insieme alla trazione a gomito alto (100 metri in 58.7, 200 in 2.09.6).
1976: Olimpiadi di Montreal: Jhon Naber, americano, vince l’oro nei 100 (55.49) e nei 200 (1.59.19), dove è il primo atleta a scendere sotto i due minuti. Punti di forza della sua tecnica sono il finale della bracciata (movimento tipo “braccio di ferro”) il rollio esasperato delle anche e delle spalle che consente il pieno coinvolgimento della muscolatura del tronco nella trazione ed una particolare tecnica di virata non a capriola
1988: Olimpiadi di Seul: Ultima variabile del dorso è l’utilizzo dei movimenti di gambe a coda di pesce (flutter kick) protratto in lunghe apnee sia in partenza sia in virata. In quest’olimpiade si assiste ad una gara quasi tutta subacquea con record del mondo in batteria per l’americano David Berkoff (54.51).
1889: I regolamenti FINA riducono a 15 metri le possibilità di percorrenza subacquea
1991: I regolamenti consentono di abbandonare la posizione sul dorso per effettuare la virata

Buonanuotata

evoluzione nuotate

Molti pensano che il nuoto sia nato già così come lo conosciamo oggi, che siano sempre esistite le 4 nuotate "classike", che si sia sempre virato in un certo modo, che ci sia sempre tuffati in un altro.....
non è così.
Chi ha nuotato a livello agonistico (avendo cura cioè dei "particolari") già solo 15/20 anni fa sa com'è cambiato il modo di nuotare rispetto ad oggi.
Il nuoto ha avuto una sua evoluzione....e continuerà ad evolversi.
Io non ho intenzione di annoiarvi scrivendovi tutti i regolamenti tecnici delle nuotate (li trovate sui siti della FIN credo), piuttosto che tutti i vari tentativi di migliorare la velocità escogitando "trucchetti" o aggiramenti delle norme suddette, ma so che c'è gente curiosa, assetata di conoscienza (come me) che vorrebbe sapere tutto (non so, forse per avere argomenti per baccagliare la sera in discoteca) e quindi vi snocciolerò delle brevi e simpatiche crono-evoluzioni dei vari stili.
gli allenatori si divertono sempre a massacrare i propri allievi con tentativi di tutti i tipi :-)
buonanuotata
ps. io ho nuotato per esempio nel periodo in cui la virata dorso è cambiata (prima non si poteva abbandonare la posizione sul dorso fin quando non si toccava il bordo con la mano, oggi si può fare la "virata-stilelibero" -per intenderci) e mi ricordo quanto l'allenatore torturasse i poveri dorsisti con esercizi per fargli "entrare" la nuova virata
pps. per fortuna ero ranista :-)

domenica 15 giugno 2008

seguite la linea nera sul fondo

Da qui in giù (tutto il 15giugno) sarebbe più sensato leggere dalla fine (che poi è l'inizio):
da "antefatto" ad "indicazioni per l'uso":
seguendo cioè la cronologia esatta
buonanuotata

indicazioni per l'uso

il sito lo imposterò come segue:
all'inzio brevi cenni storici sugli stili, poi le tecniche delle varie nuotate e infine qualche allenamento.
Non abbiate fretta però; piano piano metterò sul piatto (o sul piano vasca) tutto quello che penso potrà esservi utile sapere.
Piano piano.
Anche quando nuotavo ero un "fondista".
Si narra e ci si prende ancora gioco di me per una gara di fondo in cui se non si fossero messi ad urlare dagli spalti di fermarmi (con gente che mi rincorreva sul bordo vasca) io sarei ancora li (bradiposamente) a nuotare :-p
si accettano naturalmente consigli, suggerimenti e pizzini
buonanuotata

scuse

so che mi odieranno tutti i "formatori" che per divulgare le informazioni che sto per postare si fanno pagare, ma a loro può consolare il fatto che è sempre meglio un discreto allenatore che 1000 ottimi libri sulla materia.
Quindi questo sito non vuole sostituirsi a nessun allenatore o formatore di allenatori in carne ed ossa ma anzi incentivare la pratica di questo sport meraviglioso e consigliare "l'uso di personale altamente qualificato".
buonanuotata

ringraziamenti

E' già da ora, quindi che ringrazio tutti coloro che avranno la pazienza di seguirmi (in gergo: mettersi in scia) e soprattutto chiunque vorrà collaborare a rendere più chiaro questo mondo a tutti quelli che ci si avvicinano per amore (amatori), per professione (professionisti), per diletto (dilettanti), per curisità (curiosoni) o per supposizioni del medico (supposte).
grazie e buonanuotata

premessa

questo sito non è un sito "ufficiale" del/sul nuoto, ma una raccolta semiseria di esperienze che spero possano essere utili a tutti quelli che sono interessati per lavoro, per hobby, per sport ad indossare o a far indossare o semplicemente a guardare persone che indossano costumini succinti o mute integrali (niente di personale contro il nudismo) per immergersi e/o attraversare specchi d'acqua di ogni dimensione.

ps antefatto

(Claudio ha detto di ricordarsi di me, anche se l'ho incrociato solo per qualche istante -lui doveva organizzare la sua squadra, io "correre" in piscina- giusto il tempo di dirgli che se a più di 30 anni giro ancora per vasche clorate è anke "colpa" sua!)

antefatto

Giovedì scorso (12.6.08) ci son stati i campionati italiani di nuoto a squadre (serie B).
Io son andato a salutare il mio ex allenatore (l'articolo determinativo non è li a caso).
Un certo Claudio Rossetto noto agli "addetti ai lavori" e probabilmente sconosciuto alla "massa", che però allena (tra gli altri) un certo Magnini Filippo forse il più noto (con merito) dei nuotatori italiani "attuali".
E' da qualche anno (da quando ho inziato a lavorare in questo ambiente) che mi spaccio essere stato allenato e quindi conoscere l'allenatore di "magno", uno degli allenatori che orbitano intorno alla nazionale di nuoto.
Anche se ormai son passati più di 18 anni da quando ho sentito un suo fischio provenire dal bordo vasca (e a dir la verità anche più di 18 kg -per entrambi-) e non sapevo neanche se si sarebbe ricordato del sottoscritto.
Quindi ho deciso che non potevo perdermi l'occasione di salutarlo quantomeno di persona come ringraziamento per aver contribuito a "farmi camminare sulle acque" (occasione rara visto che da qualche anno si è trasferito -lavoro e famiglia- a roma).
Tornato la sera a casa decisi di dedicare un sito alla mia passione: il nuoto.
E questo spazio nella rete è dedicato proprio alle persone che mi hanno trasmesso la passione per il nuoto (i miei genitori in primis), a tutti quelli a cui sono riuscito a trasmetterla, a tutti quelli che mi hanno insegnato qualcosa, a tutti quelli che me ne insegneranno, a tutti quelli a cui ho insegnato qualcosa, a tutti quelli a cui ne insegnerò e comuque a tutti quelli che come me hanno questa passione per questo sport:
lo sport per eccellenza:
IL NUOTO