mercoledì 2 luglio 2008

Le quattro fasi dell'avanzamento

Avanzare nell'acqua, è giocare su due fronti: prendere dell'acqua dal davanti del corpo per spingerla nella parte posteriore, e provocare così una avanzata lineare del corpo verso l'avanti. Ma vediamo quali sono i quattro fenomeni che agiscono sul nuotatore, che bisogna conoscere, e con i quali bisogna giocare...
1. L’onda frontale: è il procedere del nuotatore che provoca un'onda frontale che crea una resistenza all'avanzamento. il fronte aumenta con la velocità. L'entrata delle mani in acqua e la presa d'appoggio deve tenerne conto. La forma e la posizione del fronte varia con gli stili: più difficili a gestire nelle nuotate simmetriche (rana e farfalla), poiché si forma più fortemente nel ciclo di propulsione, e diminuisce nel ciclo di ritorno delle braccia. Bisogna quindi tenerne conto durante la fase respiratoria (sopratutto a farfalla).
2. La penetrazione: essa dipende dalla morfologia del nuotatore, ma anche dalla qualità dell'acqua (composizione, densità, temperatura, ecc...). Essa agisce tra il punto iniziale di entrata in acqua (la mano per esempio) e la parte più "larga" del corpo. In acqua fredda, favorisce l'appoggio del nuotatore. Calda, meno densa, offre una minima resistenza. La penetrazione deve essere vista come un fenomeno "conico" di apertura dell'acqua per passare dal punto di ingresso alla sezione più larga della parte alta del corpo del nuotatore.A secondo degli stili, la penetrazione è sempre orizzontale (esempio a farfalla o a rana, poiché le spalle sono stabili), o alternata (ad esempio nello stile libero o a dorso, poiché segue i movimenti di rotazione delle spalle)
3. L'attrito: l'acqua scivola più o meno bene sul nuotatore a secondo della conformazione muscolare o la natura dell'epidermide. I nuotatori vi rimediano da lungo tempo rasandosi prima delle competizioni (da allora la tecnologia dei costumi si è evoluta, fino all'arrivo dei costumi interi). Esso agisce sull'insieme del corpo, ed è importante tanto per l'avanzamento (lo scivolamento) che per la galleggiabilità.
4. La scia: il nuotatore crea nella sua scia, nella parte posteriore del corpo, una zona di turbolenze o vortici che ostacolano il suo avanzamento. Ugualmente proporzionale alla velocità, la scia dipende molto dalla potenza delle gambe (battimenti, sforbiciate, ondulazioni), dalla posizione del corpo e dall'altezza dei movimenti delle gambe in rapporto alla superficie.Ancor più che per il fronte, la scia è molto differente a secondo degli stili: ognuno dei quattro stili possiede una scia con una caratteristica specifica.
Vediamo che queste quattro grandi regole della dinamica acquatica si applicano a tutti, ma variano a secondo dello stile, e del nuotatore: a quando una "carta di identità" della dinamica acquatica del nuotatore? una specie di caratteristica (un poco come la caratteristica delle navi o dei sottomarini)?
Nell'attesa, durante i vostri allenamenti, pensate a questi quattro fenomeni, e provate a "sentirli": visualizzatevi nel momento della nuotata, e "sentite" ognuna di queste quattro fasi che sono simultanee, e che la velocità aiuta ad accentuare...

Buonanuotata

Nessun commento: